Mentre il governo abolisce l’abuso d’ufficio, nessuna riforma della Polizia Locale viene portata avanti: l’ipocrisia della politica è sotto gli occhi di tutti. Non si può accusare la Polizia Locale di fare cassa mentre si bloccano le riforme che darebbero ai suoi agenti più strumenti per operare con efficacia.
Le dichiarazioni rilasciate dall'onorevole Urzì (Fratelli d’Italia) in merito alla Polizia Locale, riportate sul quotidiano online IlDolomiti.it (https://www.ildolomiti.it/politica/2025/aggressione-sessuale-a-trento-urzi-attacca-ianeselli-usi-la-polizia-locale-invece-che-impegnarla-a-far-cassa-sui-cittadini-stiamo-pagando-politiche-lassiste-del-centrosinistra) sono non solo inaccettabili, ma denotano una pericolosa tendenza alla strumentalizzazione politica di un episodio grave e squallido. È troppo comodo, di fronte a fatti di cronaca che suscitano indignazione e preoccupazione nell’opinione pubblica, scaricare le responsabilità su chi, ogni giorno, opera sul territorio con professionalità e dedizione, pur tra difficoltà operative e normative mai risolte dalla politica.
È fondamentale chiarire un aspetto essenziale: la sicurezza pubblica è una prerogativa che afferisce prevalentemente alle Forze di Polizia dello Stato. La Polizia Locale, pur svolgendo un ruolo complementare e prezioso nel presidio del territorio, non può essere caricata di funzioni che la legge non le attribuisce, né tanto meno diventare il capro espiatorio delle inefficienze di un sistema di sicurezza che attende da anni interventi strutturali e concreti.
Proprio a questo proposito, è doveroso ricordare che, in tanti anni (decenni) di governi di centrodestra – e, in particolare, negli ultimi anni proprio con Fratelli d’Italia alla guida del Paese – non si è mai riusciti a portare a compimento una riforma organica della Polizia Locale. Una riforma che, se attuata, consentirebbe finalmente di allineare, su scala locale, compiti e funzioni della Polizia Locale a quelli delle Polizie dello Stato, garantendo strumenti adeguati per operare con maggiore efficacia e tutelando meglio sia gli operatori che i cittadini. Tuttavia, nonostante le numerose proposte avanzate nel tempo,
nessuna di queste è mai stata tradotta in legge, e ancora oggi ogni progetto di riforma è fermo, senza alcuna prospettiva di evoluzione concreta.
A fronte di questa totale immobilità legislativa si preferisce invece alimentare la narrazione populista della Polizia Locale come “strumento per fare cassa”. Questo mantra, ripetuto con superficialità, dimostra un'inquietante ignoranza delle normative vigenti. L’onorevole Urzì, in quanto primo firmatario del disegno di legge n. 1870 (riforma dell’art. 208 del Codice della strada), dovrebbe essere il primo a sapere che proprio quell'articolo stabilisce chiaramente l’utilizzo vincolato dei proventi delle sanzioni amministrative: tali risorse non finiscono in un calderone indistinto per scopi generici o, peggio ancora, “perseguitando i cittadini a fini fiscali”, come si vuol far credere. Al contrario, questi fondi sono destinati in via esclusiva al miglioramento della sicurezza stradale, alla manutenzione delle infrastrutture viarie e, guarda un po’, “al potenziamento delle attività di controllo e accertamento delle violazioni” (prescrizione che non era oggetto di modifica nel citato disegno di legge).
Paradossalmente, mentre il governo si è impegnato con grande determinazione nell’abolire il reato di abuso d’ufficio, non ha (ancora?) mosso un dito per quella riforma che andrebbe nella direzione da lui tanto auspicata. E non ha messo in discussione nemmeno l’obbligo per la Polizia Locale di far rispettare il Codice della Strada: fintanto che queste norme esisteranno, la Polizia Locale continuerà a farle rispettare, non per “fare cassa”, ma per garantire il rispetto delle regole e la sicurezza di tutti i cittadini.
Infine, va sottolineato un dato, il più importante, che l’onorevole Urzì ha ignorato: l’episodio in questione ha dimostrato la straordinaria solidità del tessuto sociale trentino. La prontezza con cui i cittadini hanno reagito legalmente e collaborato con le Forze dell’Ordine ha permesso di assicurare alla giustizia il soggetto responsabile del grave atto, in un esempio perfetto di sinergia tra comunità e istituzioni. Questo è il vero messaggio che dovrebbe emergere da questa vicenda e che andava enfatizzato: la sicurezza non si costruisce con slogan o attacchi gratuiti alla Polizia Locale o ai rappresentanti degli orientamenti politici avversi, ma con azioni concrete, leggi adeguate (vedi riforma della Polizia Locale) e la collaborazione di tutti.
Dott. Riccardo Fox
Segretario Generale
PL - Associazione Polizia Locale d’Italia